
Tasse su affitto, quali sono? Questa domanda sorge spontanea se vuoi far fruttare una seconda casa ricevuta in eredità. Tuttavia, prima di trovare un locatario valuta se è un’iniziativa conveniente.
Locare un appartamento garantisce un reddito ma è bene conoscere quanto si parla di tasse sull’affitto. Infatti, è bene chiarire che sui contratti gravano un certo numero di imposte di cui il padrone di casa deve farsi carico. Approfondiamo come funziona la tassazione sugli affitti.
Come pagare l’imposta di registro
Argomenti dell'articolo
Tasse su affitto da dove cominciare? Dall’imposta di registro, quando si paga? Al momento della registrazione del contratto.
È un onore che spetta al 50% al proprietario della casa e al 50% all’inquilino. La registrazione deve avvenire entro 30 giorni dalla firma del contratto. Quanto costa l’imposta di registro?
L’importo cambia in base all’immobile. Per quelli a uso abitativo la tassa è pari 2% del valore del canone annuo da moltiplicare per il numero degli anni del contratto. I contraenti sono soggetti passivi di Iva? L’imposta dell’1% su canone annuo è da moltiplicare per la durata del contratto.
Se il contratto ha per oggetto l’affitto di un fondo rustico l’imposta è pari allo 0,50% da calcolare sempre del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero delle annualità di durata dell’accordo. Potresti avere una riduzione del 30% della base imponibile se sussistono due condizioni:
- Il contratto di locazione è a canone concordato.
- La casa si trova in uno dei Comuni ad alta tensione abitativa.
La somma minima dell’imposta di registro per il primo anno non è mai inferiore ai 67 euro. Per contratti di affitto di lunga durata – ad esempio 4+4 – si può scegliere di pagare l’imposta di registro al momento della registrazione ottenendo uno sconto oppure anno per anno.
Per approfondire: come e perché vendere casa con inquilino
L’imposta di bollo, quanto costa
Ogni copia del contratto è soggetta all’imposta di bollo. Costa 16 euro ogni quattro facciate e comunque ogni 100 righe dell’accordo. Questo contributo va versato all’atto di registrazione.
Imposta sui canoni di locazione
Quali tasse si pagano sull’affitto? C’è l’imposta sui canoni di locazione che rappresentano un reddito per il locatore. Quindi va dichiarato all’Agenzia delle Entrate ed è soggetto a tassazione ai fini Irpef. A questo punto, il proprietario della casa può scegliere tra due diversi tipi di tassazione.
Regime fiscale ordinario
Le tasse sulla locazione prevedono una deduzione forfettaria del 5%. L’ammontare dei canoni viene inteso come reddito fondiario che confluisce nel reddito complessivo tassato con Irpef.
Cedolare secca
Come funziona la cedolare secca? In questa situazione si applica un’imposta sostitutiva Irpef, delle addizionali e delle imposte di registro e di bollo inerenti al contratto di locazione.
Come si calcola la cedolare secca?
Applicando un’aliquota del 21% sul reddito del titolare dell’immobile in seguito alla locazione. Ma scendiamo nei dettagli. La cedolare secca prevede una tassazione fissa dei canoni, ovvero?
Pari al 21% del canone per i contratti a canone libero (quelli che hanno una durata di 4+4). Al 10% del canone per i contratti a canone concordato (quelli che durano 3+2 anni).
Quando si applica la cedolare secca?
Il regime della cedolare secca deve avvenire al momento della registrazione del contratto attraverso il quadro che trovi nel modello RLI (Registrazione Locazione Immobili), presentato all’Agenzia delle Entrate. In alternativa, puoi scegliere l’opzione della cedolare secca online.
Irpef canoni di locazione non percepiti
Cosa succede se ci sono inquilini morosi? Come funziona il pagamento Irpef su canone di locazione non percepiti? Puoi bloccare il versamento sugli affitti non ricevuti a condizione che la locazione sia a uso abitativo. Il mancato pagamento dell’Irpef deve essere certificato dall’intimazione di sfratto per morosità o dall’ingiunzione di pagamento.
Meglio cedolare o tassazione ordinaria?
Tasse su affitto: cosa conviene, cedolare secca o tassazione ordinaria? La cedolare secca può essere conveniente visto che le aliquote partono da un minimo del 23% a un massimo del 43%.
Inoltre, non prevede oneri di registrazione e di bollo ma non offre sconti nella dichiarazione dei redditi quindi non ci sono detrazioni e deduzioni. Il discorso cambia con il regime ordinario con cui si possono ottenere sconti nella dichiarazione dei redditi in relazione all’anno di imposta. Questa scelta è vantaggiosa se hai un reddito basso o non lo hai ad eccezione dell’affitto.
Leggi anche: quando e perché fare una permuta della casa
Tasse su affitto: la tua esperienza
In quest’articolo ti ho spiegato quali sono le tasse su affitto, oneri che gravano soprattutto sul proprietario. Per questo motivo è importante sapere quali sono le imposte da versare prima di dare in affitto casa: devi capire se l’affare conviene o meno. Così da non risultare schiacciato dai tributi. Tu sai quali tasse si pagano sull’affitto? Hai qualche dubbio? Scrivici.